Tre amici a spasso per il Nord Europa: Oslo, Stoccolma e Helsinki.

1° giorno: Partenza in treno per Bologna. Ho grandi aspettative per questo viaggio e non mi lascio demoralizzare dai primi intoppi. Appena arrivati in stazione a Lecce scopro che i nostri posti non esistono, in realtà l’intera carrozza non esiste! Ci attende un lungo viaggio alla ricerca di sedili liberi da occupare fino all’arrivo del legittimo proprietario. Direi che il lungo sonno programmato per ritrovare le forze prima di intraprendere il complesso tour è escluso!

Ore 19.15: arrivo a Bologna. Perdiamo qualche minuto per compilare il modulo di reclamo, nella speranza di un rimborso, e poi di corsa in hotel. Siamo affamati, per cui, doccia ultra rapida e in strada alla ricerca di un posticino carino. Ci fermiamo in un ristorantino nei pressi di Piazza Maggiore: culatello per tutti, lasagne alla bolognese e tortelloni burro e salvia, il tutto accompagnato da un buon sangiovese di Romagna. Rifocillati a puntino usciamo per una passeggiata tra i vicoli di questa città, sempre splendida, e ci attardiamo a chiacchierare seduti per terra nella piazza centrale; la temperatura è piacevole, soprattutto per chi è abituato ai 40° del Salento. Un drink, di buon auspicio, e a nanna.

2° giorno: Il nostro volo Ryanair per Oslo è previsto nel pomeriggio, quindi niente fretta! Colazione sul terrazzino dell’hotel con vista privilegiata sulle torri di piazza Ravegnana e a seguire passeggiata in centro. Visitiamo San Petronio e ci attardiamo in piazzetta Santo Stefano dove incontriamo degli amici in partenza per Barcellona. Ci fermiamo in un bar per un pranzo veloce e poi di corsa all’aeroporto.

Atterriamo a Torp, in Norvegia, intorno alle 19.00. Ci avviciniamo al primo bancomat per prelevare un po’ di NOK (corone norvegesi) e poi al bus-navetta, il Torp Expressen, che effettua in continuazione collegamenti con Oslo in concomitanza con i voli Ryanair e EasyJet. Il costo è di 180 NOK per persona solo andata e volendo si può pagare con carta direttamente sul bus. In meno di due ore siamo al bus Terminal di Oslo e da lì in 15 min a piedi al nostro hotel, praticamente alle spalle del Duomo. È un 3 stelle piccolino, ma dignitoso (eccetto il bagno…il cruccio di noi Italiani). Lasciamo le valigie e corriamo, letteralmente, a cena. NB: se si intende cenare in un ristorante conviene non fare troppo tardi.

Optiamo per il Stortorvets Gjestgiveri, il ristorante più antico di Oslo, davvero molto carino. Ordiniamo un antipasto a base di cozze e dei secondi da dividere: salmone e una bistecca di balena (lo so, è una specie protetta…ma una volta nella vita bisogna provarla!). Purtroppo non ci sono speranze di poter accompagnare il tutto con un vino norvegese, la cameriera, gentilissima, con un sorriso disarmante mi dice: “Here it’s too cold!”. Giusto, quindi ordiniamo uno chardonnay australiano per la modica cifra di 432 NOK (ca 50.00€) e dell’acqua…almeno quella non si paga, è da rubinetto ed è buonissima. Alle 23.30 senza troppi giri di parole ci spiegano che il ristorante sta chiudendo, quindi paghiamo e rientriamo in hotel.

3° giorno: Sveglia presto e giù a colazione. Il tavolo del buffet è strapieno, peccato che il tavolo dedicato alla colazione dolce si riduca a pane, burro e marmellata e un po’ di frutta. In compenso il pane è buonissimo, probabilmente aggiungono del burro nell’impasto che risulta morbidissimo. Il latte è delizioso.

Oggi il programma prevede una visita mattutina al Museo di Munch. Prendiamo la metro alle spalle del Duomo, due fermate e arriviamo a Tøyen. Il museo è piccolino ma merita di essere visto, la struttura è moderna, immersa nel verde, e il personale è molto gentile, come la maggior parte della gente di Oslo.

Terminata la visita riprendiamo la metro e scendiamo al National Theatre. Non abbiamo una meta precisa, bighelloniamo lasciandoci coinvolgere da questa città così particolare. Passiamo vicino al Palazzo Reale, all’Università, alla National Gallery, la City Hall e giù fino a Aker Brygge, il vecchio porto divenuto una delle zone più trendy della città, con i suoi edifici moderni, i bar, i locali e gli scorci sul Mare del Nord.

Oslo

Veduta di Oslo (foto V. Basile)

Mangiamo un panino in un mini market biologico e ci dirigiamo, nonostante la pioggia, verso Akershus Fortress Castle  e da lì verso la Cattedrale. Iniziamo ad avvertire il freddo e siamo inzuppati come pulcini, per cui rientriamo in hotel. Alle 18.00 siamo nuovamente in strada, il clima è più mite ed è piacevole passeggiare in mezzo alla moltitudine di gente che affolla le strade all’uscita dall’ufficio. Intorno alle 19.00 iniziano a chiudere anche i negozi e, per evitare di essere nuovamente fuori orario, ci dirigiamo in un altro ristorante che ci è stato consigliato: Det Gamle Raadhus, uno storico locale all’interno del primo municipio cittadino. Assaggiamo alcuni antipasti a base di carne, verdure e riso, a seguire dell’agnello con purè di patate e fagioli…delizioso! Prima di tornare in hotel ci fermiamo per un drink all’Hard Rock Cafè.

4° giorno: Colazione, valigia e giù per le ultime ore a Oslo. Avremmo voluto di più (qui ci sono davvero tanti musei), vuol dire che ritorneremo. Vaghiamo per la Karl Johans Gate e traverse limitrofe e ci concediamo un po’ di shopping. Scoviamo alcuni negozietti insoliti e boutique di stilisti locali davvero interessanti…non resisto alla tentazione e acquisto un abito fatto a mano, non è proprio economico, ma in stazione (in un punto Forex) presento lo scontrino mi rimborsano seduta stante l’IVA.

Gironzoliamo per la stazione centrale in attesa del nostro treno per Stoccolma e riflettiamo su quanto la tecnologia sia entrata nella vita quotidiana di questa gente: auricolari di ultima generazione, wifi area, postazioni internet ovunque, un utilizzo senza precedenti del os per pagamenti con carta di credito (persino ai tavolini dei bar). Prendiamo un caffè in un take away fai da te: prendi da solo il bicchiere che preferisci, versi il caffè, prendi il bastoncino per mescolare, zucchero, paghi alla cassa e via, ai binari.

Impiegheremo 6 ore con l’intercity (Oslo e Stoccolma distano ca 550 Km) ma ne vale davvero la pena: ammiriamo estasiati paesaggi incantevoli, la natura qui è prepotente e selvaggia, laghi e boschi e ogni tanto qualche piccolo agglomerato di abitazioni in legno, con i tetti a spiovente, scaletta d’accesso alla porta principale, passerelle in legno che conducono alla barca ormeggiata sul lago…insomma, località da cartolina dove il tempo sembra essersi fermato! Un susseguirsi ininterrotto di prati verdi e foreste con alberi dal fusto sottile e altissimo.

Stoccolma si rivela immediatamente una città aperta e allegra, a differenza di Oslo dove tutti sono gentili ma poco propensi al dialogo. Sul treno chiacchiero con un ragazzo salito alla stazione di Flen che sta rientrando a casa. Mi spiega che Stoccolma è una città molto grande, amichevole, con monumenti e scenari degni di una città italiana. Si lascia andare a qualche battuta su Oslo, i suoi abitanti e il loro modo di parlare che, a suo avviso, è una sorta di dialetto svedese. Poi mi spiega come arrivare in hotel e quale metro prendere. Così, appena giunti in stazione, ci dirigiamo verso la metro, direzione Odenplan. Piove, ma decidiamo ugualmente di lasciare le valigie e fare una puntatina in un’osteria avvistata poco prima su Karlbergsvagen. Sono le 23.00, la cucina sta per chiudere, ma si offrono di prepararci comunque delle fantastiche meatball con purè di patate e contorno di cetrioli e ribes. Una birra e a nanna.

5° giorno: Di buon ora prendiamo la metro per Gamla Stan (la città vecchia) e ci perdiamo tra i vicoli e i vicoletti pieni di turisti e negozietti. La prima impressione è che si tratti di una città decisamente più europea rispetto a Oslo. Ha conservato gelosamente chiese e monumenti dei secoli d’oro. Visitiamo il superbo Palazzo Reale, la Storkyrkan, le botteghe di giocattoli tradizionali.

A pranzo un panino in Stortorget e poi ci dirigiamo sull’isola di Södermalm, dove trascorriamo il pomeriggio tra strade stracolme di gallerie d’arte, parchi pubblici con giochi e intrattenimenti per i bambini. Il freddo da queste parti non conosce mezze misure…quindi i banchi di frutta e verdura, carne, pesce, cioccolata, allestiti all’interno di imponenti centri commerciali a mo’ di mercato (ma molto più chic) sono un valido passatempo!

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Stoccolma, centro commerciale (foto V. Basile)

In serata ci dirigiamo nuovamente in Gamla Stan per una succosa bistecca, un drink e rientriamo in hotel.

6° giorno: La giornata è splendida, incredibile! C’è sempre un po’ di vento il sole ci svela una città assolutamente nuova. Prima tappa: Vasa Museum. Un insolito museo costruito attorno a un vascello del XVII secolo ritrovato nel 1961 nel porto di Stoccolma. È impressionante!

Per pranzo ci concediamo un panino all’aperto, per sederci, subito dopo, in una graziosa pasticcera a deliziarci con un pezzo di torta e un caffè. Riprendiamo a camminare in direzione Skeppsholmen e ancora una volta rimaniamo stupiti dai mille volti di Stoccolma. Quest’isolotto, dove ha sede il Museo dell’Architettura è un vero e proprio polmone verde circondato dal mare e dalle barche a vela.

Stoccolma

Stoccolma, il porto (foto V. Basile)

Il tardo pomeriggio lo dedichiamo allo shopping. Girovaghiamo tra le vie del centro e, all’improvviso, si presenta ai nostri occhi la scena più divertente e piacevole della giornata: in Sergels Torg T-Centralen una miriade di persone ammassate, come nella migliore delle nostre sagre, tra stand disposti a semi cerchio. Riusciamo ad avvicinarci, in effetti il profumo ci aveva già allettati: prodotti locali, formaggi e pietanze di ogni nazionalità. L’Italia a dire il vero non è proprio ben rappresentata, ma non fa nulla, è bello vedere che in alcune circostanze gente di diversa provenienza reagisce nella stessa maniera. È come un’inspiegabile euforia scatenata dai colori, dai suoni, dai profumi, che fa perdere il senno anche al più mite degli esseri umani!

7° giorno: Colazione abbondante e poi in camera a preparare la valigia. Dobbiamo liberare le stanze entro le 12:00 e, considerando che il porto è dalla parte opposta della città, ci incamminiamo con bagagli al seguito. Con la metro scendiamo a Slussen e ci incamminiamo verso la chiesa di Santa Katarina, con annesso cimitero caratterizzato da piccole lapide su un prato verde intenso. Anche questo da il senso di quanto sbagliata possa essere a volte la strada che scegliamo per il progresso. Era così dignitoso poter essere seppelliti per terra! Mentre rifletto mi avvicino a una lapide e leggo: 2005, più avanti 2006, 2004…quindi qui è ancora possibile! Si ha sempre la sensazione che più grande sia una città più sia invivibile; a Stoccolma, invece, tutto dimostra il contrario.

È domenica, la città è tranquilla, chi passeggia in bicicletta, chi sui pattini, chi entra in una videoteca per noleggiare dei film, chi sorseggia un caffè ai tavolini di un bar. Gente che fa la spesa, tante giovani coppie con prole al seguito. Ci sediamo in un caffè e continuo a guardarmi intorno: una ragazza beve il suo cappuccino seduta a un tavolo con il suo pc. Poco più avanti un altro ragazzo legge il giornale comodamente seduto, senza consumare, e nessuno gli chiede cosa desidera. Entrano tantissime persone, chi per un panino da portar via, chi per un film. Musica in sottofondo mentre la vita continua a scorrere fuori dalle grandi vetrate.

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Stoccolma, un parco cittadino (foto V. Basile)

È arrivata l’ora. Ci dirigiamo al porto, passiamo il check in poco dopo siamo sulla nave che ci condurrà a Helsinki. Tutto è molto pulito, le cabine sono spaziose e i servizi sono tutti attivi: ristorante, self service, bar, negozi, sala giochi…Ci sediamo sul ponte e ci lasciamo incantare dal paesaggio. Non ci sono parole per descriverlo! Il mare calmo, una miriade di isole e isolotti, tanto verde che accieca e, qua e là, qualche casetta in legno con affaccio diretto sul mare. Continuiamo a osservare finché il buio ci avvolge.

8° giorno: Alle 9:00 (in Italia sono le 10:00) arriviamo a Helsinki. Già dal traghetto si comprende che lo scenario è totalmente cambiato. Edifici enormi che ricordano vecchi casermoni russi, strade larghissime e, in lontananza, la cupola di una chiesa ortodossa, è la chiesa di Uspenski, uno dei più grandi edifici ortodossi d’Occidente.

Scendiamo dal traghetto e ci dirigiamo verso la nostra sistemazione, poco distante dal porto. Abbiamo prenotato un appartamento, che non è ancora pronto, per cui lasciamo le valigie e iniziamo il nostro tour della città. Raggiungiamo in pochissimi minuti a piedi la piazza del Senato, dove domina imponente il Duomo neoclassico progettato dall’architetto Carl Ludwig Engel. Tanto per cambiare inizia a piovere, così ci rifugiamo nel caffè Engel per ordinare un te. L’atmosfera è piacevole, locale con pochi tavoli e tanti giovani studenti intenti a leggere un libro o a chiacchierare. Dopo un po’ siamo nuovamente in strada ma il tempo è ancora incerto e decidiamo di provare uno di quegli autobus turistici che fanno il giro delle principali attrazioni della città. È la prima volta che salgo da turista su un autobus del genere e, sebbene ritenga che sarà anche l’ultima, devo ammettere che si è rivelata un’ottima scelta! È l’ultimo giorno di una vacanza piuttosto impegnativa, le gambe sono un po’ pesanti, la testa è già piena di ricordi, quindi farsi scorrazzare per un paio d’ore da un capo all’altro della città, ascoltando dettagliate spiegazioni con gli auricolari multilingua, è abbastanza piacevole. Tra l’altro sono concesse alcune discese: la chiesa Temppeliaukio e il monumento a Sibelius. Seppure velocemente, riusciamo a vedere il versante opposto della città, in particolare le banchine di Kaivopuisto, dove nei giorni di inizio estate si lavano i tappeti. Con il bus arriviamo fino allo stadio Olimpico, poi passiamo vicino al Centro Finlandia Talo (realizzato dall’architetto Alvar Aalto) e al nuovissimo Museo d’Arte Contemporanea – Kisama (progettato da Steven Hall).

Nel tardo pomeriggio torniamo al nostro appartamento, non senza aver acquistato un bel po’ di dolci per la colazione dell’indomani., e ci rilassiamo un po’ prima di cena.

Come ultima serata scegliamo un ristorante tipico in pieno centro, su Alexandersgatan.  Credo si chiamasse Savotta, si accede scendendo una scaletta ed è interamente rivestito in legno, in stile lappone, come le divise dei camerieri. Non sappiamo esattamente cosa abbiamo ordinato, ma risulta tutto incredibilmente squisito, i diversi tagli di carne accompagnati dai frutti di bosco e dalle patate, il pesce essiccato, la renna, i funghi…insomma, nonostante si tratti di un ristorante principalmente per turisti, usciamo soddisfatti!

9° giorno: Ultimo giorno. Con un po’ di tristezza (e raffreddore) facciamo colazione e sistemiamo le valige. A piedi ci dirigiamo nuovamente in centro, verso la piazza del mercato dove, ogni giorno, decine di bancarelle vendono di tutto: frutta e verdura, pesce (volendo direttamente dalle barche attraccate lì vicino), oggettistica in legno artigianale…Poco distante c’è il Kauppahalli, il più vecchio mercato coperto della città, dove poter acquistare, e mangiare, di tutto: carne, pesce, dolci … è il nostro ultimo saluto a questa città così particolare e affascinante prima di chiamare un taxi per l’aeroporto!

Helsinki

Helsinki, Cattedrale di Uspenski (foto V. Basile)