Portogallo: 3 ottobre 2013
Inizia il nostro viaggio alla volta del Portogallo. È da un po’ che pensavo a questo viaggio ed è arrivato il momento. Quest’anno le ferie mi toccano a ottobre e sono così stanca che non ho voglia di ore interminabili di volo, quindi….è il momento giusto!
Il viaggio è apparentemente semplice, la sveglia è fissata per le 4.00 e il primo volo per Roma decolla alle 7.00. Alle 12.00 abbiamo la coincidenza per Porto con la Portugalia (affiliata della TAP).
Ore 14.10 atterriamo a Porto – ora locale ovviamente (1 ora indietro rispetto all’Italia) – e dopo pochi minuti siamo nella metro che ci porta direttamente in città. Guardo fuori dal finestrino e appunto le prime impressioni: la città è bella sebbene le aree da recuperare siano davvero tante…anche la gente ha un’aria piuttosto trasandata.
A TRINIDADE scendiamo per prendere la metro D che ci conduce a Sao Bento, pieno centro cittadino, a due passi dalla nostra Guest House. Ci affrettiamo a effettuare il check in, lasciamo le valigie in camera e iniziamo il nostro giro. Prima tappa: LIVRARIA LELLO in rua das Carmelitas, la più antica libreria di Porto…almeno credo, di sicuro è considerata tra le più belle d’Europa! È un gioiellino interamente arredato e rivestito in legno in stile gotico – liberty ideata dall’ingegnere Francisco Xavier Esteves nel 1869; la scala è incantevole e ci sono turisti ovunque che provano a scattare foto sebbene sia vietato!
Procediamo verso la IGREJA DAS CARMELITAS, passiamo davanti alla TORRE DOS CLERICOS e da lì alla nota ESTACIAO de SAO BENTO decorata con fantastici azulejos, il leit motiv della città e ancora fino alla Sé CATEDRAL. Per arrivare alla Cattedrale esiste una strada principale (Avenida D. Alfonso Henriques)…ma ovviamente noi abbiamo optato per dei vicoli alternativi, piuttosto malfamati direi, ma incredibilmente veraci. La sporcizia in giro è da paura, a un tratto vengo colpita da un oggetto non ben identificato, alzo lo sguardo e vedo un uomo affacciato a un balconcino che si scusa ma, d’altro canto, qui non ci si fa troppi problemi a lanciare avanzi di ogni tipo fuori dalla finestra. Dopo pochi passi una porta si apre sul piano stradale, non capisco bene se si tratti di un’abitazione privata o di un’attività commerciale (forse entrambe le cose!)…sembra una sorta di spaccio di bibite e non so cos’altro, vedo gente in piedi vicino a una specie di bancone e bambini correre scalzi vicino a un cagnolino intento a fare i propri bisogni…apperò!!!
Continuiamo a girovagare per le strade al tramonto e, diciamolo subito: per chi fosse abituato alle città in pianura Porto non è esattamente una passeggiata di salute! Le salite sono alquanto ripide ma di un fascino retrò che solo il Portogallo può vantare. Numerosi sono i ‘miradouro’, ovvero punti panoramici, talvolta vere e proprie terrazze da cui osservare paesaggi urbani incredibili, non a caso dichiarati Patrimonio dell’Umanità.
È ormai ora di cena e siamo non lontani da un ristorantino consigliatoci dalla ragazza della reception RESTAURANTE Traca in Largo Sao Domingos. È un posto davvero incantevole in una zona della città non troppo frequentata dai turisti.
Piccola nota di servizio: la lingua. Se pensate di capirci qualcosa perché le scritte che osservate un po’ ovunque vi sembrano simili allo spagnolo o perché avete letto da qualche parte che si tratta di una lingua ‘romanza’ vi sbagliate di grosso! La gente qui parla velocissimamente usando dei fonemi che avrete difficoltà a decifrare. Sembrano spagnoli dall’accento argentino che hanno studiato per anni a Mola di Bari. Di sicuro è un piacere ascoltarli e mettono di buon umore. Un consiglio: per comunicare optate per l’inglese, anche se non tutti lo parlano perfettamente. Se intendete esprimervi in spagnolo accertatevi di non urtare la sensibilità del vostro interlocutore.
4 ottobre 2013
Prima colazione alle 8.00 in punto con una piacevole sorpresa: in questa piccola guest house, alloggiata in un antico edificio sapientemente restaurato e arredato recuperando spazio laddove pensavi sarebbe stato impossibile, dalle camere minuscole ognuna con minibagno incorporato, la colazione è un momento magico! Dolci fatti in casa, crepes da farcire con cioccolata o marmellata artigianale, salumi, formaggi locali, pane, yougurt, cereali e succo d’arancia appena spremuto. Che meraviglia!
Oggi il programma prevede prima di tutto una visita alla chiesa di Sao Francisco, una chiesa-museo assolutamente imperdibile (è necessario munirsi del ticket d’ingresso). Superata la porta principale vengo assalita da uno stupore che ho provato poche volte nella vita: l’interno è stato interamente decorato in oro, legno dorato ‘talha dourada’, tra XVII e XVIII secolo. La chiesa risale al 1214 ed è un’esperienza oserei dire catartica restare seduti al suo interno in meditazione.
Dopo un po’ riprendiamo il nostro cammino entrando qui e lì in alcune delle numerosissime chiese del centro. Arrivati al Cais de Ribeira ci fermiamo in un grazioso localino (Casinha Sao Joao) per bere una birra e assaggiare alcune deliziose tapas portoghesi prima di attraversare il mitico ponte Don Luis I che collega la città a Vila Nova de Gaia oltrepassando il fiume Douro.
A Vila Nova si concentrano le più antiche cantine vinicole, almeno le sedi storiche (Offley, Sandeman, Taylor’s, Ramos Pinto, Quinta do Noval, Calèm…) destinate alla produzione del porto. In tutte è possibile prenotare dei percorsi di degustazione o delle visite di approfondimento sulla storia di un vino che viene fatto invecchiare, in alcuni rari casi, anche fino a 80 anni!!!
Al termine della degustazione (mi sembrava doveroso) riprendiamo a passeggiare per la città. Nonostante le salite e le discese, Porto è una città da girare a piedi, tutte le attrazioni principali sono tra loro vicine; consiglio un taxi o un mezzo pubblico solo per spostarsi al Museo De Arte Contemporanea de Serralves progettato da Alvaro Siza, oppure per una cena da Yeatman dove il giovanissimo chef Ricardo Costa reinterpreta la tradizione concedendosi ardite sperimentazioni molecolari…ed è qui che trascorriamo la nostra ultima sera in città, sorseggiando un ottimo vinhos verde dalla strepitosa terrazza.
5 ottobre 2013
Salutiamo Porto e andiamo a ritirare l’auto che ci porterà a spasso nei prossimi 2 giorni. Prima tappa: Coimbra. Impieghiamo circa un’ora, lasciamo le valige in reception e ci spostiamo in centro; parcheggiamo nei pressi del mercato e entriamo nel centro storico da Rua Visconde da Luz. Si concretizza immediatamente davanti ai nostri occhi la Igreja de Santa Cruz, un edificio che lascia senza fiato, custode delle spoglie dei primi re del Portogallo! Procediamo in direzione Sé Velha (la Cattedrale) con il bellissimo chiostro gotico…le scale da percorrere sono davvero tante ma i vicoli di questa città – dichiarata Patrimonio dell’Umanità – sono un incanto. Ci fermiamo per un pranzo veloce in un piccolo bar interamente rivestito con azulejos lasciandoci divertire dal vociare della gente del posto. Coimbra è una città magica, la gente è cordiale, allegra e in giro si incontrano tantissimi giovani studenti; qui, infatti, ha sede la più antica università del Portogallo, fondata nel 1290. Ci spiegano che proprio agli studenti universitari si deve la diffusione del Fado, un genere musicale popolare che si distingue in diverse ‘scuole’: quella di Lisbona, di Porto e di Coimbra, quest’ultima, la più ‘accademica’ delle tre, impone ai cantanti (rigorosamente uomini) di indossare una mantellina scura, la stessa utilizzata dagli studenti universitari, in origine prerogativa delle popolazioni rurali.
Assistiamo ovviamente a uno spettacolo che dura un paio d’ore e subito dopo, per cena, ci spostiamo nella città bassa in una trattoria per niente nota ai turisti dove assaggiamo la specialità del posto: carne e spiedini alla brace. Il locale non è particolarmente invitante ma è un po’ l’essenza del Portogallo: mattonelline colorate alle pareti, orrende luci al neon, tavoli spartani, servizio essenziale e prezzi popolari.
6 ottobre 2013
Lasciamo Coimbra alla volta di Sintra, una cittadina di ca 30.000 abitanti ubicata in altura; da non perdere il Palacio National e un giro sul minibus che conduce al Palacio de Pena e al Castelo dos Mauros.
Ci fermiamo per un pranzo veloce in uno dei tanti ristorantini del centro presi d’assalto dai turisti e, subito dopo, ci rimettiamo in marcia…Lisbona ci aspetta! Purtroppo è domenica e l’unica stazione Europcar aperta per lasciare il veicolo è quella dell’aeroporto…non ci posso credere, agli uffici noleggio una moltitudine di surfisti (con tanto di tavola al seguito) attende impaziente il proprio turno…sono diretti al sud, d’altra parte questo è il periodo ideale per praticare surf.
Arriviamo in hotel in tempo per una doccia e ci muoviamo alla scoperta della Baixa. In giro c’è tantissima gente, studenti, turisti…Camminiamo per un paio d’ore dall’Arco de rua Augusta fino a Praça dom Pedro IV, da lì saliamo al Barrio Alto perdendoci tra vicoli e vicoletti pieni di bar e ristoranti che propongono spettacoli di Fado. Scendiamo verso il Chiado passando da Largo São Carlos e ci fermiamo per una birra.
7 ottobre 2013
Dedichiamo la mattinata alla visita dell’Alfama, della Cattedrale e del castello di São Jorge (fortezza moresca ristrutturata da Alfonso Henriques, I re del Portogallo), godendo di questa bellissima e calda giornata di ottobre. Ci fermiamo per una tosta mista (pane fatto in casa con prosciutto e formaggio) al Miradouro di Santa Lucia.
Per il pomeriggio abbiamo programmato un giro sull’altro lato del Tago. Ci imbarchiamo a Cais do Sodrè in direzione Cacilhas. La traversata dura ca 10 min e regala splendide vedute del Ponte 25 di Aprile (copia – in piccolo – del Golden Gate di San Francisco) e della statua del Cristo Rey (ispirata al Cristo Redentore di Rio de Janeiro). Arriviamo all’Alamada, un comune meno conosciuto dell’aerea metropolitana di Lisbona in cui è più evidente l’anima sud-americana di Lisbona, le strade sono alquanto sporche, molti edifici sembrano sul punto di sgretolarsi, ovunque ristoranti con gente seduta a pranzare (ed è pomeriggio inoltrato) e ragazzini che giocano per strada.
Rientrati sull’altro lato del fiume ci fermiamo a cena in Praça do Comercio allo storico Cafe Restaurant Martinho da Arcada, luogo in passato frequentato da numerosi artisti e premi Nobel portoghesi, primo fra tutti Fernando Pessoa. Con dispiacere constato che la fama supera di gran lunga la qualità, anche il prezzo è alquanto eccessivo ma pazienza…domani andrà meglio!
8 ottobre 2013
Oggi ci spostiamo al mare! Prendiamo un biglietto del treno giornaliero per poter salire e scendere a nostro piacimento. Prima tappa: Belém (ca 6 min). Visitiamo il Monasterio Dos Jeronimos, eretto per volere di Manuel I per dare degna sepoltura alla famiglia reale a partire dal 1502. I lavori si protrassero per oltre un secolo e ne venne fuori un edificio a dir poco maestoso. È in stile manuelino, cosiddetto proprio da Manuel I (1469-1521), il sovrano dei grandi viaggi di scoperta e dell’ascesa del Portogallo a potenza economica mondiale. La tradizione gotica, quella mudejar e plateresca si fondono in questo genere architettonico-decorativo proprio nel periodo in cui nel resto d’Europa si afferma il Rinascimento. Il chiostro del monastero è imperdibile!
Poco distante dal monastero (al cui interno, ricordiamolo, ci sono le tombe di Pessoa, Camões, Vasco de Gama…) è la Torre di Belém, anch’essa voluta dal sovrano tra il 1514 e il 1520 ed eretta in una magnifica posizione panoramica, all’ingresso del porto sul Tago.
Ritorniamo in stazione (fa caldo e occorre una camminata di ca 20 minuti sotto il sole) e partiamo in direzione Cascais. Graziosa località balneare con un piccolo centro pieno di negozietti e ristorantini. Una moltitudine inimmaginabile di turisti affolla la spiaggetta, siamo a ottobre ma si respira ancora aria d’estate! Verso le 17.00 prendiamo atto che il sole ci ha sopraffatto e anche un po’ confuso…rientriamo a Lisbona!
Per cena abbiamo prenotato da Belcanto, prestigioso ristorante stellato in pieno centro, nei pressi del Teatro di Largo San Carlo. Lo chef, José Avillez, propone una cucina locale reinterpretata. In apertura ci stupisce con effetti ‘molecolari’, le prime tre/quattro portate sono delle delizie indecifrabili accompagnate da un ottimo vinho verde.
Continuiamo con un menu a base di carne e un buon rosso del Douro. I camerieri sono gentilissimi, l’ambiente è ricercato ma dall’aspetto informale. Andiamo via entusiasti…non senza il dessert, ovviamente!
9 ottobre 2013
Salutiamo Lisbona e ci dirigiamo alla stazione Entrecampos in direzione Faro. Il tragitto dura poco più di 3 ore durante le quali mi piace osservare il paesaggio che continua a mutare sensibilmente, ci avviciniamo al Sud caldo e ventoso. Si scorgono i primi ulivi, la terra diventa rossa e piano piano ci lasciamo alle spalle le colline, i laghi e i pascoli.
Scendiamo alla stazione di Faro giusto per un caffè, in realtà la nostra destinazione è Tavira, quindi chiediamo informazioni sul prossimo treno e acquistiamo i biglietti. In ca 40 minuti siamo a Tavira, la stazione è centralissima, e d’altra parte la cittadina è davvero piccola, quindi raggiungiamo a piedi la nostra pousada Convento de Gracia. È un posto incantato, un antico monastero ristrutturato e adibito (come tutte le pousadas portoghesi) all’accoglienza dei turisti. Internamente c’è anche una piscina, oltre a un buon ristorante.
La cittadina è davvero graziosa e da qui si può fare un’escursione in barca alla Isla de Tavira, un’isola di sabbia riserva naturale. Quello che colpisce di più è la luce…meravigliosa, quasi surreale…al tramonto le casette bianche e colorate si riflettono sull’acqua e tutt’intorno è silenzio, è quiete! Sarà per questo che piace tanto agli Inglesi? Non si vedono altro che Inglesi da queste parti.
Ci fermiamo a cenare in uno dei tanti ristorantini lungo il fiume, all’altezza del ponte romano, per provare la mitica Cataplana del Algarve, una zuppa a base di pesce e frutti di mare. È il nostro ultimo pasto portoghese, purtroppo, domani prenderemo un bus per Siviglia e da lì, tra un paio di giorni, il volo per rientrare in Italia…